L’Europa è un continente finito.
Un insieme di dati statistici confermano un trend di forte calo demografico nell’unione europea per gli anni a venire.
Per quanto le proiezioni globali siano in forte aumento (10 miliardi di persone entro il 2100 dovute unicamente all’espansione africana) la comunità europea prevede una diminuzione del 20% della popolazione, passando da circa 340 a 290 mln di individui.
Questa diminuzione, nel territorio italiano, sta lentamente impattando le piccole città di periferia. Il costo di mantenere attivi servizi, quali scuole primarie, secondarie, poste, sportelli statali o bancari, non è giustificato dal momento che il bacino d’utenza di queste strutture è fortemente ristretto.
Recentemente abbiamo potuto osservare che per ovviare a tale problema, i comuni, si sono organizzati attraverso fusioni che consentono di mantenere attivi i servizi semplicemente tagliando una struttura ogni due.
Nonostante ciò, diverse società e diversi comfort per i cittadini, migrano abbandonano i piccoli paesi verso i centri urbani.
Questo comporta una forte crescita espansione dei centri urbani.
Esempio lampante la città di Milano cresciuta del 15% negli ultimi 10 anni (Fonte Istat)
Per quanto molte istituzione stiano cercando di attutire questo scompenso, a livello immobiliare le città periferiche vedono una diminuzione del valore economico e della liquidità degli investimenti, viceversa quelle più urbanizzate riscontrano un incremento di entrambi i parametri.
Nel lungo termine, stando alle cifre di ricerca “Yardeni”, l’Italia, la Spagna, la Germania dovrebbero decrescere fino a toccare il 60% della popolazione attuale.
Per quanto l’ipotesi di una quasi completa sparizione di tutte le città ad esclusione dei più grandi capoluoghi di provincia possa sembrare grave, la cosa ancora più preoccupante sarà la brusca frenata dell’economia globale.
Nonostante in questi anni si sia riusciti a stare a galla con una crescita pressoché vicina 0, una diminuzione della domanda del 20% (considerando l’intero continente) o del 40% (focalizzandoci sulle specifiche nazioni) comporterebbe un crollo ed un ridimensionamento dell’economia indescrivibile.
Come potremmo ovviare questo problema?